Politecnico di Milano
Centro attivo di Resistenza al Fascismo grazie al rettore Gino Cassinis e a numerosi professori e studenti.
Come in tutte le università italiane anche al Politecnico furono numerose le adesioni di docenti e studenti al fascismo: nel 1931 erano centoquindici i professori iscritti al Partito Nazionale Fascista e tra il 1922 e il 1940 furono diciassette i casi di destituzione e allontanamento dall’università per motivi politici e undici per motivi razziali.
Ciò nonostante, il 29 gennaio 1944 il collegio dei professori votò all’unanimità il nuovo rettore Gino Cassinis, che non prestò giuramento alla Repubblica Sociale Italiana. Con Cassinis il Politecnico divenne un importante centro operativo per la Resistenza. Il rettore si attivò, infatti, in prima persona, sia all’interno dei pochi spazi di ufficialità concessi dalla RSI, sia in diretta collaborazione con il CLN.
Coprì iniziative cospirative, protesse studenti e personale non in regola con il servizio militare, nascose strumenti scientifici per sottrarli alla requisizione, intervenne presso le autorità tedesche e italiane per ottenere permessi, generi di prima necessità e materiali vari.
Per iniziativa dell’ing. Bruno Setti, responsabile del servizio di protezione antiaerea, si costituirono squadre di azione partigiana che avevano al Politecnico il proprio deposito d’armi. Nei sotterranei dell’università fu anche installato un centro radio clandestino, con radiotrasmittente e centralino telefonico, diretto dal prof. Gian Battista Boeri e dall’ing. Francesco Moschettini, arrestato nel settembre 1944 e deportato a Mauthausen, dove morì nel gennaio 1945.
Analogo destino ebbe il prof. di termotecnica, Michelangelo Böhm, deportato a seguito della legislazione antisemita e morto ad Auschwitz con la moglie Margherita Luzzatto.
Vittime illustri nella lotta per la libertà furono lo studente di architettura Giorgio Labò, nato a Modena nel 1919, fucilato a Roma a Forte Bravetta il 7 marzo 1944 da un plotone della Polizia dell’Africa Italiana, e Gianfranco Mattei, assistente di Giulio Natta e poi docente di chimica analitica. Nell’ottobre del 1943 Mattei scelse la lotta clandestina e si trasferì a Roma dove si dedicò alla realizzazione di ordigni per i gruppi partigiani. Arrestato e torturato in via Tasso, si uccise in carcere il 7 febbraio 1944. Aveva ventisei anni. A Mattei fu dedicata un’aula del Politecnico e nel 1953 una targa con epigrafe di Piero Calamandrei presso la sua casa di via Lazzaretto 16.
Durante l’insurrezione nazionale dell’aprile 1945 l’ateneo fu occupato militarmente dalla 116a Divisione Garibaldi e dal comitato delle Brigate SAP per una quindicina di giorni. In un’aula dell’università fu processato il 28 aprile 1945 l’ex gerarca fascista Achille Starace, poi fucilato in Piazzale Loreto.
Gino Cassinis, divenuto già nel 1945 membro del Comitato Onoranze Caduti per la Libertà, rimase rettore fino al 1960, per poi essere nominato sindaco di Milano dal gennaio 1961 al 13 gennaio 1964, data della sua morte.