Officine ATM Teodosio
Le Officine ATM hanno avuto un ruolo fondamentale nello sciopero dei tranvieri del marzo 1943 e nelle giornate della Liberazione di Milano.
Le officine di via Teodosio furono ultimate negli anni ’20 e da allora svolgono il loro ruolo di riparazione e manutenzione delle vetture tranviarie. L’edificio ospita anche il deposito tranviario che si affaccia su via Leoncavallo.
Nei mesi dell’occupazione le officine divennero un punto importante per l’organizzazione antifascista all’interno dell’Azienda. Mentre i socialisti legati alla figura di Giovanni Buscaglia ottenevano di poter gestire la mensa e si impegnavano per dare protezione agli oppositori, molti dei più giovani parteciparono direttamente all’attività clandestina, all’interno del Partito comunista o socialista.
In particolare gli operai di via Teodosio furono, fra i tranvieri, il centro propulsore dello sciopero del marzo 1943. Grazie all’impegno di propaganda e al lavoro di sabotaggio delle vetture, alle quali vennero tolti i «manettini», la città rimase ferma per quasi quattro giorni e i trasporti pubblici vennero riattivati solo con la precettazione dei lavoratori e il terrore scatenato dall’ondata di arresti operata dalla milizia fascista. Alla conclusione dell’agitazione il prefetto Piero Parini, come amara beffa, fece ricadere sui lavoratori il costo dei danni provocati dai militanti dei Guf e dagli avieri che avevano tentato, con poco successo, di guidare i tram.
È importante sapere che questo episodio non rimase un unicum nella storia resistenziale dell’Atm: a partire dall’autunno del 1944 il Comitato di agitazione e il Cln aziendale organizzarono molte astensioni dal lavoro e proteste per le dure condizioni economiche. Inoltre diversi operai di via Teodosio si arruolarono nelle Sap, nelle Brigate Matteotti e nella 110a Brigata Garibaldi. All’interno delle officine e dei depositi il loro ruolo fu quello di impedire i furti di materiale da parte degli occupanti tedeschi che si preparavano alla ritirata.
Durante le giornate dell’insurrezione le officine furono controllate direttamente dalla 110 a Brigata Garibaldi; i reparti divennero luogo di aggregazione di tutto il quartiere, si organizzò una mensa popolare e l’ospitalità per i partigiani scesi dalle montagne. La 110a Brigata combatté nel quartiere di Lambrate contro i tedeschi asserragliati all’Innocenti e negli scontri avvenuti presso la stazione.