Palazzo Carmagnola

Sede centrale del Comando e dell’ufficio politico della Legione Autonoma Mobile “Ettore Muti”; dal 1947 ospita il Piccolo Teatro Grassi.

Nel 1947 Paolo Grassi e Giorgio Strehler fondarono nel palazzo di via Rovello 2 il Piccolo Teatro. In quello stesso edificio, come ricorda una targa commemorativa posta sulla facciata del Teatro, durante l’occupazione tedesca ebbe sede il Comando e l’ufficio politico della Legione autonoma Ettore Muti. Nelle camere di sicurezza e nelle celle di isolamento disposte al primo e al secondo piano, partigiani, ebrei e civili venivano rinchiusi, interrogati e torturati.
La Legione autonoma mobile «Ettore Muti» (dal nome dell’ex segretario del Partito nazionale fascista ucciso durante i quarantacinque giorni di Badoglio) aveva le sue origini nella squadra d’azione omonima costituita a Milano il 18 settembre del 1943 da Francesco «Franco» Colombo, ex caporale dell’esercito e fascista della prima ora, e da un pugno di ex squadristi che negli anni Venti avevano contribuito all’affermazione violenta del fascismo nel Milanese. I primi arruolati furono ex reclusi del riformatorio minorile di Vimodrone, cui si aggiunsero delinquenti comuni evasi dal carcere di San Vittore e numerosi giovani. Nei mesi successivi alla sua costituzione, la Muti fu promossa dal ministro degli Interni della Rsi, Guido Buffarini Guidi, a Battaglione mobile ausiliario di Pubblica sicurezza, che il 18 marzo 1944 assunse il nome definitivo di «Legione autonoma mobile Ettore Muti». Furono costituite ventuno tra compagnie e squadre operative, che agirono sia nel Milanese, sia nel Piemonte settentrionale e orientale.
La Legione si distinse per le operazioni di rastrellamento, oltre che per i furti, i saccheggi, gli incendi e le fucilazioni di civili e partigiani. Nel corso della sua esistenza ne compì non meno di trentasei, tra il marzo del 1944 e il marzo del 1945, di cui diciannove rastrellamenti nella città di Milano e nella sua provincia e dodici in Piemonte e in Valle d’Aosta. In tredici casi la Legione operò insieme alle formazioni militari tedesche e direttamente agli ordini dei tedeschi, in dieci ebbe l’appoggio dei reparti della Gnr (Guardia Nazionale Repubblicana) e delle Brigate nere locali. Nei restanti casi agì di propria iniziativa. La Legione disponeva di un ufficio di polizia politica, dotato di una sua propria squadra mobile, il cui ruolo consisteva nella prevenzione e nella repressione di ogni forma di opposizione alla Repubblica sociale. Avvalendosi di informazioni estorte con la tortura dall’Ufficio politico e di soffiate provenienti dagli informatori, oltre alle numerose delazioni, la squadra mobile identificava e arrestava partigiani, antifascisti, renitenti alla leva, civili e soldati nemici in fuga. Solo tra il 25 febbraio e il 15 aprile 1945 furono eseguiti centocinquanta arresti.
Il 25 aprile 1945, nel corso dell’insurrezione generale, la 120a brigata Garibaldi occupò la sede della Muti, ma i militi risultarono in fuga. Prima dell’arrivo dei partigiani circa duecento «mutini» lasciarono, insieme a Colombo, la caserma di via Rovello, dirigendosi in colonna verso Como attraverso la strada dei laghi, nel vano tentativo di raggiungere Mussolini in fuga. Fallita la mediazione con il Cln, la colonna si sciolse a Cernobbio. Franco Colombo, catturato dai partigiani, fu fucilato a Lenno il 28 aprile.

Roberta Cairoli

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