Stazione di Milano Centrale

Luogo di partenza dei treni per i campi di concentramento e di sterminio e centro attivo di Resistenza.

Durante l’occupazione nazista di Milano centinaia di uomini, donne e bambini tra ebrei e detenuti politici partirono dalla Stazione Centrale, diretti verso i campi di sterminio e di concentramento in Europa, spesso passando per i campi di transito italiani prima di Fossoli e poi di Bolzano. Si partiva dal binario numero 21.
Sul muro che fiancheggia a destra il binario è posta dal 27 gennaio 1998 una targa in pietra grigia, che reca la scritta «Tra il dicembre 1943 e il maggio 1944 dai sotterranei di questa stazione cominciò il lungo viaggio di uomini, donne e bambini ebrei e oppositori politici deportati verso Auschwitz e altri lager nazisti. La loro memoria vive tra noi insieme al ricordo di tutte le vittime dei genocidi del XX secolo». Questa è seguita dal primo verso, «Poiché l’angoscia di ciascuno è la nostra», della poesia di Primo Levi La bambina di Pompei, che accosta nell’immagine della bambina di Pompei «convulsamente» aggrappata alla madre il destino tragico di una non nominata Anna Frank, «fanciulla d’Olanda», a quello non diverso della «scolara di Hiroshima», con un forte appello alla pace, rivolto ai «potenti della terra padroni di nuovi veleni». All’inaugurazione erano presenti il cardinale di Milano, Carlo Maria Martini, e il rabbino capo, Giuseppe Laras.
Sul medesimo muro a sinistra, oltre a lapidi storiche dedicate ai caduti di altre guerre, è una lapide in marmo che ricorda quarantuno ferrovieri antifascisti e sei figli di ferrovieri caduti durante la guerra di Liberazione. La partecipazione dei lavoratori delle ferrovie alla Resistenza fu tanto rilevante, quanto poco ricordata. L’episodio più clamoroso fu quello accaduto alla stazione di Milano Greco, che portò alla fucilazione di tre uomini per rappresaglia, ma in tutti gli scali ferroviari di Milano furono numerose le azioni di sabotaggio per ritardare partenze, guastare scambi, linee elettriche e locomotive, nonché liberare prigionieri in partenza per i campi. E questo avvenne, nonostante l’Azienda Autonoma delle Ferrovie dello Stato fosse stata sottoposta dal regime fascista a una radicale ristrutturazione nell’organico del personale, che aveva determinato nel corso del Ventennio il licenziamento di centinaia di ferrovieri antifascisti.
Dal 2007, nei locali sottostanti il piano dei binari, ha avuto inizio il progetto del Memoriale della Shoah, che si estende su una superficie di circa 7000 mq e si sviluppa su due piani, piano terreno e piano interrato, inaugurato il 27 gennaio 2013. Era questa la zona adibita al carico e scarico dei vagoni postali, con ingresso da via Ferrante Aporti. È ricordato che qui i prigionieri venivano caricati su vagoni merci, poi sollevati tramite un elevatore e trasportati al sovrastante piano dei binari, per essere infine agganciati ai convogli diretti nei campi di prigionia e di sterminio. In questo spazio si trasferisce verticalmente la vibrazione proveniente dai binari al piano superiore e il rumore, provocato dal passaggio dei treni, invade gli ambienti, stimolando nel visitatore la percezione fisica della vicinanza tra il luogo del proprio presente e il luogo remoto della memoria storica. Il Memoriale della Shoah, con ingresso da piazza Edmond J. Safra 1, già via Ferrante Aporti 3, si propone come un centro polifunzionale di incontro e confronto sul tema della memoria come «impegno civile» e «dovere morale».


Massimo Castoldi

Stazione di Milano Centrale