Monumento al Cimitero ebraico

In questo monumento sono ricordati gli ebrei vittime della Shoah o morti combattendo per la Resistenza.

Nel Cimitero ebraico di Milano, cui si accede percorrendo, dall’interno, il lato destro del Cimitero Monumentale, è stato eretto un monumento commemorativo in ricordo del popolo ebraico vittima dello sterminio, inaugurato nel 1947 alla presenza delle autorità ebraiche e di quelle militari, politiche e civili.
Questo monumento è stato concepito e promosso dall’allora presidente della comunità ebraica Raffaele Cantoni, come simbolo della tragedia degli ebrei italiani. È stato uno dei primi esempi di opere, istallazioni e memoriali con cui trasmettere il ricordo e la conoscenza della Shoah in Italia. La funzione che il monumento intendeva assumere nella comunità e tra tutta la cittadinanza era rappresentata dalle dodici salme di cittadini ebrei, morti sul suolo italiano e sepolti alla base del Memoriale. Una scelta dovuta alla volontà di presentare la loro uccisione in una cornice nazionale patriottica, oltre che all’impossibilità di seppellire in questo luogo alcune vittime dei campi di sterminio. La lapide recita: «Gli Ebrei d’Italia/ ricordano al mondo/ i sei milioni di fratelli innocenti/ ferocemente soppressi/ e tramandano ai posteri/ nelle vittime qui sepolte/ un esempio del secolare martirio/ sofferto dal popolo d’Israele/ per la giustizia la libertà/ e la fratellanza umana/ 13 luglio 1947».
Per i promotori di questo monumento commemorativo le salme delineano un quadro significativo della persecuzione a cui sono stati sottoposti gli ebrei in Italia e, nello stesso tempo, esprimono l’intreccio tra la dimensione generale della Shoah e quella specifica della lotta di Liberazione. Vi troviamo una donna uccisa nel campo di transito e detenzione di Bolzano, sulla strada della deportazione verso Auschwitz; un uomo morto nella prigione di Milano in seguito alle torture subite e uno ucciso durante l’irruzione dei nazisti nella Sinagoga di via Guastalla. La maggior parte di loro sono ebrei, che avevano combattuto come partigiani nella Resistenza; uno di loro si era arruolato come volontario nell’esercito italiano che combatteva a fianco degli Alleati; un altro viene presentato nella lapide come «un attivista del Risorgimento ebraico in Eretz Israel, anno 1947». La dodicesima salma è quella di Ester Botton Mosseri: nata a Salonicco il 23 marzo 1895, gettata nel lago dai nazisti a Meina; fu una delle sedici vittime uccise nella prima strage nazista di ebrei avvenuta in territorio italiano, a Meina, sul lago Maggiore. Alcuni soldati e ufficiali della divisione corazzata SS «Adolf Hitler», dopo aver imprigionato per alcuni giorni nelle stanze dell’ultimo piano dell’Hotel Meina gli ospiti ebrei, il 22 e il 23 novembre prelevarono prima gli adulti e poi tre ragazzi di 15, 12 e 8 anni con il loro nonno. Lo stesso giorno furono viste le salme galleggiare nell’acqua, non lontano dall’albergo.

Francesca Costantini

Cimitero ebraico