Fabbrica Innocenti
Protagonista degli scioperi del 1943 e 1944 e uno dei centri più attivi della Resistenza a Milano.
«L’azienda industriale Innocenti viene fondata dall’ingegner Ferdinando Innocenti per la produzione di tubi senza saldatura, – si legge sull’Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza a cura di Pietro Secchia ed Enzo Nizza – negli anni che precedettero la Seconda Guerra Mondiale la fabbrica venne attrezzata per la produzione bellica, in particolare per la fabbricazione di proiettili.
Con il passaggio dell’azienda alla produzione bellica si registrò un progressivo aumento di manodopera: i dipendenti che all’origine erano un migliaio, salirono a seimila nel 1939-40. La manodopera era costituita per il 70 per cento da donne che, pur costrette a compiere lavori pesanti, venivano pagate con retribuzioni assai inferiori a quelle maschili. Poiché il trattamento salariale degli uomini era di per sé già basso, esisteva nell’azienda uno stato di scontento permanente e di tensione che offriva ai gruppi antifascisti organizzati un fertile terreno di azione sindacale e politica».
Nel marzo del 1943 gli operai delle grandi fabbriche del Nord scioperano per «la pace e per il pane». «Nel marzo 1943 allorché anche a Milano, sull’esempio di quanto stava accadendo a Torino, “l’Unità” clandestina diffuse la parola d’ordine dello sciopero, all’Innocenti trovò un terreno fertile. Il 24 marzo gli operai scioperarono e buona parte delle rivendicazioni furono accolte».
«L’occupazione tedesca seguita all’armistizio dell’8 settembre 1943 inferse un serio colpo all’organizzazione politica nella fabbrica. Numerosi quadri dirigenti furono costretti ad abbandonare la fabbrica per sottrarsi alla cattura. Ricostituito con nuovi quadri il gruppo dirigente, nel giro di pochi mesi, l’Innocenti diventò uno dei centri più attivi della lotta di Liberazione a Milano: si formarono le prime Sap poi raggruppate nella 194a Brigata Garibaldi».
A dicembre riprendono all’Innocenti le agitazioni che si protraggono dal 13 al 17 dicembre 1943.
«Nell’inverno, come in tutte le grandi fabbriche all’Innocenti si va organizzando un gruppo clandestino della Resistenza che nel gennaio-febbraio 1944 effettua continui sabotaggi».
I lavoratori persistono nella loro opera di sabotaggio e di preparazione ai grandi scioperi del marzo 1944. Il primo marzo 1944 inizia alle ore 10 lo sciopero anche all’Innocenti di Lambrate. Il drammatico andamento dello sciopero all’Innocenti costò la deportazione a Mauthausen di quindici lavoratori.
«Siamo stati arrestati la sera del 10 marzo 1944» – racconta l’operaio dell’Innocenti Adamo Sordini in una testimonianza registrata su audiocassetta nell’aprile del 1992 da Giuseppe Valota, Presidente dell’Aned di Sesto San Giovanni – «e ci hanno portato subito a San Vittore, dove siamo rimasti cinque giorni. Poi ci hanno portato a Bergamo, nel carcere di Sant’Agata a Bergamo Alta. Qui non c’era più posto. Allora hanno parlottato tra loro e ci hanno portato giù a Città Bassa, alla caserma 68° fanteria, in Borgo Santa Caterina. Hanno radunato tutti i lombardi, i liguri e i piemontesi. Eravamo circa 650-660 e il 17 marzo siamo partiti da Bergamo, alle ore 13,30, sfilando per le vie della città, con a fianco i parenti e curiosi, dalla stazione ferroviaria e siamo arrivati a Mauthausen il 20 marzo 1944».
Ai dodici lavoratori dell’Innocenti che non fecero ritorno sono dedicati: una lapide alla Camera del Lavoro di Lambrate in via Conte Rosso 30, una lapide all’interno della fabbrica INNSE di via Rubattino e un cippo in piazza Vigili del Fuoco.