Albergo Regina e Metropoli
Sede dei Comandi della SIPO-SD e della Gestapo, agli ordini di Theodor Saevecke.
Tra il 10 e il 12 settembre 1943 a Milano l’Albergo Regina fu occupato da reparti della divisione Waffen SS – Leibstandarte Adolf Hitler. Il 13 settembre fu poi requisito dai nazisti, circondato da barriere di filo spinato, casematte in cemento armato e illuminato di notte da potenti cellule fotoelettriche. In esso si insediarono i comandi della Sicherheitspolizei-Sicherheitdienst (SIPO-SD, Polizia e Servizi di sicurezza delle SS) – la centrale informativa più completa al servizio dell’apparato di polizia tedesco in Italia – e della Gestapo, la polizia politica dipendente dalla SIPO. Ben presto, all’interno del sistema di polizia nazista, il «Regina» diventò a Milano uno dei principali centri per la cattura, il sequestro, gli interrogatori e la tortura di partigiani, ebrei e civili sospettati di collaborare attivamente con la Resistenza, operando in strettissima connessione con i corpi di polizia e le forze armate della Repubblica Sociale Italiana (Rsi).
Il comando interregionale della SIPO-SD comprendente Piemonte, Lombardia e Liguria fu affidato al colonnello Walter Rauff, quello interprovinciale al capitano Theodor Saevecke, responsabile dell’Aussenkommando di Milano (Comando Avanzato), da dove diresse e coordinò la repressione antipartigiana e la caccia agli ebrei.
Le vittime, una volta arrestate, venivano condotte all’albergo Regina, dove all’ultimo piano si trovavano le celle di sicurezza, erano sottoposte a lunghi interrogatori e torture, infine mandate al carcere di San Vittore – che dipendeva dal «Regina» – per poi essere di nuovo prelevate per ulteriori interrogatori. In alcuni casi le vittime venivano direttamente avviate ai trasporti in partenza dal binario 21 della stazione Centrale per essere deportate sulla base delle liste predisposte nella sede delle SS.
Il 30 aprile 1945, dopo venti mesi di occupazione, le SS, protette dai mezzi corazzati americani e sotto le armi puntate dai partigiani, lasciarono l’Hotel Regina.
Nel dopoguerra le atrocità compiute in Italia dal colonnello Rauff e dal capitano Saevecke sarebbero rimaste impunite. Il primo, evaso dal campo di concentramento di Rimini, morì in Cile nel 1984; il secondo, processato soltanto nel 1999 dal Tribunale Militare di Torino, fu condannato in contumacia all’ergastolo per avere ideato, in qualità di comandante della SIPO-SD di Milano, richiesto e organizzato l’eccidio di Piazzale Loreto.
Fu necessario attendere il 27 gennaio 2010 perché una targa commemorativa fosse posta sulla facciata dell’edificio.